Jacque Fresco, lungimirante ingegnere sociale americano, ha teorizzato un’economia basata sul valore delle risorse naturali e sulle tecnologie per impedirne lo spreco: uno dei capisaldi del metodo del Circular Design Thinking.
“L’uomo è l’animale più stupido. Inquina l’oceano, l’aria, i fiumi, l’atmosfera e le persone! L’uomo si è messo su un piedistallo e crede di essere la forma di vita più evoluta, ma questo è solo un delirio dell’ego. Siamo ancora lontani dall’essere civilizzati. Solo quando impareremo a vivere in armonia e in modo costruttivo daremo inizio all’era della scienza. Non ci siamo ancora arrivati”. Jacque Fresco
È vero, stiamo distruggendo le nostre risorse naturali più preziose. Sprechiamo materia prima. In un’economia basata sul denaro, e sul potere.
Benessere collettivo sostenibile con il Circular Design Thinking
Il pensiero di Jacque Fresco (New York, 1916/Sebring, 2017) mi ha conquistato fin da subito. Quest’uomo fuori dal comune, si è autodefinito disegnatore industriale e ingegnere sociale. Negli anni ha elaborato una serie di teorie educative e comportamentiste, economiche e sociali, architettoniche e urbanistiche che sono confluite in una proposta complessa, ma concreta, di riprogettazione della società; dove il benessere collettivo rappresenta l’obiettivo primario.
Già, perché solo l’incontro e il confronto di più conoscenze e la loro connessione sui diversi livelli di realtà, può condurre alla soluzione che contempli la complessità.
Seguendo la stessa linea di pensiero, con HENRY & CO., abbiamo concepito e strutturato il metodo del Circular Design Thinking, un metodo basato sulla coesistenza di molteplici filosofie progettuali, adattate al fine ultimo della sostenibilità. La rielaborazione coerente degli strumenti e dei modelli provenienti da teorie eterogenee consente un ampio margine di flessibilità ed adattabilità. Flessibilità e adattabilità sono alla base del nostro metodo, ma anche alla base dell’evoluzione.
Tornando a Jacque Fresco. Il suo lavoro ha portato a teorizzare un sistema socioeconomico che parte dal presupposto che la Terra è ricca di risorse naturali, e la pratica di razionarle secondo il metodo monetario risulta inappropriato e controproducente per la sopravvivenza stessa del genere umano.

E di fatto stiamo letteralmente consumando il Pianeta Terra: accumulo di oggetti, di spazzatura, inquinamento, spreco di risorse naturali e materiali, ma anche di tecnologia e lavoro, impiegati nel modo sbagliato. Una pratica corrotta guidata dalla cultura della obsolescenza pianificata. Un sistema destinato a crollare su sé stesso.
Tutte le risorse naturali devono essere considerate patrimonio comune dell’umanità e l’obiettivo è quello di accrescere lo standard di vita di tutte le persone.
Questo modello alternativo di civiltà parte da una visione politica ed economica antitetica a quella del capitalismo e si concretizza nella realizzazione di città sostenibili, autosufficienti e futuristiche.
Città circolari: un primo modello secondo dal paradigma del Circular Design Thinking.
Denaro, proprietà e potere, lasciano il posto al benessere comune, alla condivisione e all’uso, e al riuso, delle risorse naturali.
Ma Jacque Fresco era un visionario, non un ingenuo, e sapeva bene quanto sia difficile far cambiare mentalità alle persone:
“Mi chiedono sempre: – Quanto costerà costruire queste nuove città? – Ma è la domanda sbagliata. L’unica cosa che dovremmo chiederci è: – Abbiamo le risorse per farlo? – Questa è la vera sfida.” Jacque Fresco.
La prima è la domanda classica, legata al sistema monetario. Il denaro è una necessaria convenzione per lo scambio di merci e servizi in un ambiente di scarsità di risorse naturali. L’attuale sistema economico.
È chiaro che la società attuale non si sta ponendo come mentore, ma come canale politico di valori equivoci. Cambiare il sistema significa anche introdurre nuovi valori e insegnamenti, per introdurre un orizzonte sociale diverso. E con un’economia basata sulle risorse naturali, è possibile.
“Non possiamo risolvere i nostri problemi con lo stesso modo di pensare che abbiamo usato quando li abbiamo creati.” Albert Einstein
Proseguendo secondo i registri attuali giungeremo inevitabilmente ad una grande crisi globale, cui seguirà un periodo di transizione; la parte più difficile sarà l’accettazione, e poi, il cambiamento.
Jacque Fresco, a tal proposito, citava Arthur Charles Clarke (inventore e autore di fantascienza; “2001: Odissea nello spazio”):
“se avessi scritto un libro che fosse piaciuto e capito da tutti, non avrei detto niente di nuovo”
Un’economia basata sulle risorse naturali e sul loro riuso
Questa è la soluzione geniale proposta da Jacque Fresco: se l’umanità scegliesse di condividere le risorse naturali del pianeta, avrebbe trovato allo stesso tempo il modo di preservarle e gestirle in modo responsabile, sviluppando un ciclo virtuoso che sia il più efficiente e sostenibile possibile. Un sistema che promuove abbondanza di risorse naturali per tutti.
Così come HENRY & CO. L’obiettivo finale è quello di non creare nulla di nuovo, ma dare nuova vita ai prodotti esistenti, creando alternative più sostenibili. Un utilizzo più attento delle risorse naturali, e un riutilizzo più diffuso, e una gestione del fine vita più efficiente.
E se il design riguarda la società e il modo in cui interagisce con gli oggetti, allora le abitudini possono cambiare, andando incontro all’ambiente e alla sua salvaguardia. E il Circular Design Thinking tende verso l’esperienza a 360° nell’interazione con il prodotto, da risorsa naturale, a materia seconda come nuova risorsa, a rifiuto.
Jacque Fresco, già negli anni ‘90, con Roxanne Meadows, sua stretta collaboratrice e compagna di vita, ha dunque coniato il termine e il significato di Resource-Based Economy RBE o “economia basata sulle risorse”.
The Venus Project
Il Circular Design Thinking per una civiltà globale sostenibile
Un’affascinante e verosimile visione alternativa, che permette di sviluppare una nuova civiltà globale sostenibile.
Vere e proprie città circolari che, grazie a tecnologia e scienza, diventano dei micro-cosmi a zero impatto ambientale: il Venus Project.
“Il Venus Project sostiene che se non vuoi la guerra, se non vuoi la povertà, se non vuoi la fame, la disoccupazione, le dispute territoriali e tutti gli altri conflitti e problemi sociali, devi dichiarare la Terra patrimonio comune, di tutte le persone del mondo. Questo è l’unico modo per eliminare tutti i fattori che determinano arroganza e aggressività, paralizzano la nostra società e le impediscono di crescere”
Un’economia basata sulle risorse naturali si concentra su di esse e non sul denaro; merci e servizi sono disponibili e valgono per il loro utilizzo e riutilizzo, non per una aleatoria attribuzione monetaria.
Una società così concepita prescinde e affranca da ogni interesse politico ed economico, e mette al centro solo l’interesse della sopravvivenza dell’umanità e del pianeta.
Questo non implica un regime ideale di irreprensibilità etica o l’anarchia, ma una misurazione scientifica e ponderata della distribuzione delle risorse naturali. E delle tecnologie.
Già perché sono disponibili e condivise le risorse naturali, ma anche la conoscenza e le tecnologie per ottimizzarne l’impiego; perché l’innovazione è parte cruciale e portante di ogni approccio rivoluzionario, e deve essere diffusa in modo da poter esser messa a completo servizio dell’uomo e del Pianeta. Ancora una volta parliamo di Circular Design Thinking.
Un Pianeta che, in futuro, non sarà gestito dalla politica e dall’amministrazione pubblica, ma da un grande computer centrale. Efficiente e super intelligente. Come nei migliori film di fantascienza. Del resto, come ricorda Jacque Fresco:
“Una macchina così sofisticata non ha emozioni e quindi non è corruttibile”
Alex Crestan
Project Manager HENRY & CO.

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