B-Corp – Benefit Corporation
La certificazione B-Corp è attribuita a Benefit Corporations, aziende che rispettano alti standard di sostenibilità, responsabilità sociale e ambientale. Una B-Corp misura il successo non solo in termini di profitto, ma anche in base all’impatto positivo sulla società e l’ambiente, garantendo trasparenza e impegno verso il benessere collettivo.
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Che cos’è la certificazione B-Corp
La certificazione B-Corp è uno dei più riconosciuti standard internazionali per valutare l’impatto sociale e ambientale di un’azienda. Non si tratta di una semplice etichetta, ma di un processo rigoroso e trasparente che coinvolge tutte le dimensioni del business: governance, modello economico, rapporti con i lavoratori, relazioni con la comunità, impatti ambientali. Una società che ottiene la certificazione B-Corp dimostra di perseguire uno scopo che va oltre il profitto, impegnandosi attivamente per generare valore condiviso.
Il movimento delle B-Corp nasce nel 2006 negli Stati Uniti su iniziativa dell’organizzazione no-profit B Lab, con l’obiettivo di cambiare il paradigma capitalistico tradizionale. Da allora, migliaia di aziende in tutto il mondo hanno scelto di certificarsi per aderire a un nuovo modello di capitalismo rigenerativo, che misura il successo aziendale non solo in base alla redditività, ma anche al contributo positivo verso il pianeta e le persone.
La differenza tra B-Corp e Società Benefit
In Italia è importante distinguere tra certificazione B-Corp e Società Benefit. La prima è una certificazione volontaria e internazionale rilasciata da B Lab, applicabile a qualsiasi tipo di società in qualsiasi Paese. La seconda, invece, è una forma giuridica riconosciuta a livello nazionale (introdotta con la Legge 208/2015), che prevede l’inserimento statutario di finalità di beneficio comune accanto allo scopo lucrativo.
Una società può essere Società Benefit senza essere certificata B-Corp, e viceversa. Tuttavia, molte imprese scelgono di combinare le due cose, adottando la forma giuridica Benefit per rafforzare il proprio impegno istituzionale e richiedendo la certificazione B-Corp per validarlo attraverso criteri misurabili e comparabili a livello globale.
Come funziona la certificazione B-Corp
Per ottenere la certificazione, un’azienda deve sottoporsi a un processo di valutazione strutturato basato sul B Impact Assessment (BIA), un questionario approfondito che esamina ogni aspetto dell’attività aziendale. Le cinque aree di analisi sono:
- governance e missione
- trattamento dei lavoratori
- impatto sulla comunità
- sostenibilità ambientale
- modello di business d’impatto
Ogni sezione è valutata con punteggio. Per ottenere la certificazione, è necessario raggiungere almeno 80 punti su 200. Il processo è gratuito nella fase di autovalutazione, ma prevede costi e revisioni nel momento in cui si richiede ufficialmente la certificazione. Inoltre, ogni azienda certificata è sottoposta a verifiche periodiche (ogni tre anni) e deve pubblicare annualmente un Impact Report accessibile e trasparente.
Perché le aziende scelgono di diventare B-Corp
Diventare B-Corp significa integrare la sostenibilità nel core business, non come attività accessoria, ma come leva strategica e identitaria. Le motivazioni che spingono le imprese verso questo percorso sono molteplici: dalla volontà di allineare i valori interni con le aspettative di clienti e dipendenti, alla necessità di differenziarsi sul mercato o di accedere a nuovi canali di finanziamento sensibili ai criteri ESG.
Le B-Corp sono percepite come aziende trasparenti, affidabili e responsabili, capaci di attrarre e trattenere talenti, stringere partnership più solide e dialogare con un pubblico sempre più attento agli impatti sociali e ambientali. In un mondo dove greenwashing e purpose-washing sono rischi concreti, la certificazione B-Corp rappresenta una garanzia di coerenza e accountability.
I criteri ESG e il ruolo della B-Corp nel reporting
La certificazione B-Corp anticipa e rafforza molte delle istanze oggi richieste dalle normative europee come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). I parametri di valutazione utilizzati da B Lab sono perfettamente allineati con i criteri ESG (ambientali, sociali e di governance), e possono costituire una base solida per i bilanci di sostenibilità, anche nelle PMI che si avvicinano per la prima volta a questi temi.
In questo senso, B-Corp può essere vista come una palestra per la sostenibilità, che accompagna l’impresa in un percorso progressivo di miglioramento, rendicontazione e coinvolgimento degli stakeholder. A differenza di altre certificazioni di prodotto o settore, B-Corp si focalizza sull’intero impianto aziendale, dal comportamento fiscale alle politiche di genere, fino alle dinamiche di approvvigionamento e ai fornitori.
Il contesto italiano: numeri e difficoltà
In Italia, le prime certificazioni B-Corp risalgono al 2013, ma il fenomeno ha preso slancio soprattutto negli ultimi cinque anni. Attualmente sono oltre 200 le aziende italiane certificate B-Corp, tra cui alcune realtà molto note come Chiesi, Davines, Alce Nero, Danone Italia, Nativa, Aboca, Treedom e Fratelli Carli. Il settore più rappresentato è quello agroalimentare, seguito da cosmetica, design e servizi professionali.
Nonostante la crescita, il percorso B-Corp non è privo di ostacoli, soprattutto per le micro e piccole imprese. Il processo di autovalutazione può risultare complesso, e la raccolta di evidenze documentali richiede una governance strutturata e strumenti di monitoraggio adeguati. Inoltre, l’aggiornamento periodico del framework BIA rende necessario un impegno continuo nel tempo, con risorse umane e finanziarie da dedicare alla gestione della sostenibilità.
B-Corp e impatto reale: oltre la certificazione
Uno degli elementi distintivi della certificazione B-Corp è la sua capacità di generare cambiamento sistemico. Il movimento promuove un’economia inclusiva, equa e rigenerativa, sostenendo iniziative come l’Interdependence Day, le campagne contro l’estrattivismo e il coinvolgimento diretto delle aziende in politiche pubbliche più sostenibili.
Una B-Corp non si limita a ridurre il proprio impatto negativo, ma lavora per creare impatti positivi: rigenerare suolo e comunità, reinvestire parte dei profitti in progetti a beneficio collettivo, favorire l’inclusione sociale e culturale, innovare i propri modelli di governance per una maggiore equità interna. In questo senso, la certificazione è solo il punto di partenza di un impegno continuo e verificabile.
Critiche e limiti del modello
Come ogni standard volontario, anche B-Corp non è immune da critiche. Alcuni osservatori segnalano che la soglia minima di 80 punti potrebbe essere raggiunta anche da aziende con performance modeste, se ben strutturate. Altri evidenziano che la certificazione, pur rigorosa, non sempre riesce a misurare efficacemente l’impatto sul lungo termine, soprattutto in filiere complesse.
Ciononostante, il valore della certificazione B-Corp risiede nella sua approccio evolutivo: i criteri vengono aggiornati periodicamente, il processo è basato su evidenze verificabili e il coinvolgimento della community globale permette un miglioramento costante. Le B-Corp sono chiamate a non sedersi sul risultato, ma a continuare a trasformare i propri modelli di business per restare coerenti con la missione dichiarata.
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