ESPR – Ecodesign for Sustainable Product Regulation

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L’Ecodesign for Sustainable Product Regulation (ESPR) è un regolamento dell’Unione Europea che incentiva la progettazione di prodotti sostenibili e circolari. L’ESPR promuove l’uso di materiali a basso impatto ambientale e l’ottimizzazione dell’efficienza energetica, contribuendo alla sostenibilità lungo tutto il ciclo di vita del prodotto.

Cos’è l’ESPR: un nuovo paradigma per l’eco-progettazione europea

Il Regolamento sull’Ecodesign per prodotti sostenibili (ESPR) è una delle più ambiziose iniziative legislative dell’Unione Europea nel quadro del Green Deal e del nuovo Piano d’Azione per l’Economia Circolare. Presentato ufficialmente dalla Commissione Europea nel marzo 2022, e destinato a sostituire progressivamente la Direttiva Ecodesign del 2009, l’ESPR ha l’obiettivo di trasformare radicalmente il modo in cui i beni vengono progettati, prodotti, distribuiti e utilizzati nell’Unione.

Mentre la normativa precedente si concentrava quasi esclusivamente sull’efficienza energetica dei prodotti connessi all’energia, l’ESPR amplia in modo significativo il campo di applicazione, includendo aspetti ambientali, sociali e di circolarità su una vasta gamma di categorie merceologiche. L’idea di fondo è che ogni prodotto immesso sul mercato europeo debba essere pensato fin dall’origine per essere sostenibile, durevole, riparabile, riciclabile ed efficiente sotto il profilo delle risorse.

Un regolamento vincolante, non una direttiva

A differenza della precedente Direttiva 2009/125/CE, l’ESPR non necessita di recepimento nazionale da parte degli Stati membri. Essendo un regolamento, ha efficacia diretta in tutta l’Unione Europea, garantendo omogeneità normativa e riducendo le disomogeneità tra Paesi. Questo rappresenta un cambio di passo importante: le aziende europee e i produttori extra-UE che intendono vendere sul mercato unico saranno soggetti agli stessi requisiti ecodesign, a prescindere dal Paese in cui operano.

L’ESPR stabilisce un quadro normativo orizzontale valido per tutti i prodotti di consumo (con alcune eccezioni come gli alimenti, i mangimi e i veicoli), ma prevede anche l’introduzione progressiva di atti delegati per gruppi specifici di prodotti. In questo modo, il regolamento può evolvere nel tempo, aggiornandosi ai progressi tecnologici e alle priorità ambientali dell’Unione.

Obiettivi chiave e criteri ambientali

Il regolamento definisce una serie di obiettivi ambientali vincolanti lungo l’intero ciclo di vita del prodotto. Tra questi troviamo la riduzione dell’impronta di carbonio e di quella ambientale, l’aumento della durabilità e riparabilità, la promozione del riutilizzo, l’aumento del contenuto di materiale riciclato, la limitazione delle sostanze pericolose e l’ottimizzazione della gestione a fine vita.

In particolare, l’ESPR si basa su criteri di progettazione che mirano a rendere i prodotti più circolari. Ciò significa pensare in anticipo al disassemblaggio, alla facilità di aggiornamento, alla modularità dei componenti e alla disponibilità di pezzi di ricambio. L’uso efficiente delle risorse non si limita all’energia, ma comprende anche materiali critici, acqua, territorio e agenti chimici. Viene inoltre promosso l’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale, favorendo il passaggio da risorse vergini a materiali secondari certificati.

Il passaporto digitale del prodotto

Una delle novità più rilevanti introdotte dall’ESPR è l’obbligo, per determinati gruppi di prodotti, di essere accompagnati da un Digital Product Passport (DPP). Si tratta di un sistema digitale di tracciabilità che raccoglie e rende accessibili informazioni dettagliate su composizione, provenienza, riparabilità, modalità di smontaggio, impatti ambientali e istruzioni per il fine vita.

Questo passaporto digitale è pensato per fornire informazioni trasparenti e affidabili non solo ai consumatori finali, ma anche agli operatori professionali, alle autorità pubbliche e alle piattaforme di seconda mano. Il DPP si basa su standard comuni di interoperabilità e sarà consultabile tramite tecnologie digitali come QR code, tag NFC o banche dati online.

L’introduzione del DPP risponde alla necessità crescente di trasparenza nella filiera e rappresenta uno strumento strategico per contrastare il greenwashing, supportare la responsabilità estesa del produttore e facilitare la transizione verso modelli di business circolari.

Interconnessioni con altri strumenti europei

L’ESPR non nasce come strumento isolato, ma è pensato per essere perfettamente integrato nel più ampio ecosistema normativo dell’Unione Europea. In primo luogo, è strettamente collegato alla Tassonomia Verde e alla Sustainable Products Initiative, in quanto contribuisce a definire i criteri ambientali per stabilire cosa possa essere considerato un prodotto “sostenibile” a livello regolatorio.

In secondo luogo, interagisce con la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), offrendo una base tecnica per la rendicontazione della performance ambientale dei prodotti, e con il Regolamento sulla Due Diligence aziendale per i diritti umani e ambientali lungo la catena del valore.

L’ESPR è inoltre uno strumento complementare al Regolamento sulla progettazione ecocompatibile per la finanza sostenibile, e ai requisiti CAM (Criteri Ambientali Minimi) per gli appalti pubblici verdi, che stanno diventando sempre più selettivi nella scelta dei prodotti e dei materiali.

Impatti sul design, sull’industria e sul mercato

L’implementazione dell’ESPR richiede un cambiamento radicale nel modo in cui si progetta un prodotto, sin dalla fase di concept. Per le aziende manifatturiere, significa dover adottare criteri tecnici e ambientali molto più stringenti rispetto al passato, adeguando i processi di progettazione, selezione dei materiali, documentazione tecnica, etichettatura e compliance normativa.

Questo processo implica la stretta collaborazione tra designer, ingegneri, fornitori e uffici legali, e spinge verso un approccio integrato al design, che tenga conto fin da subito degli impatti ambientali, della modularità e della reversibilità dei componenti. In molti casi, sarà necessario attivare processi di eco-innovation e sviluppare nuovi modelli di business, basati su logiche di leasing, sharing, refurbishment o vendita con servizi post-vendita prolungati.

Per le aziende virtuose, l’ESPR rappresenta anche un’opportunità competitiva: poter dimostrare che un prodotto è conforme agli standard più avanzati di sostenibilità consente di accedere a nuovi mercati, attrarre investimenti green e migliorare la propria reputazione nel contesto della finanza sostenibile.

Fasi di attuazione e prossimi passi

Il regolamento ESPR è in fase di finalizzazione legislativa e dovrebbe essere pienamente operativo tra il 2025 e il 2027, con l’adozione graduale degli atti delegati relativi ai singoli gruppi di prodotto. Le prime categorie oggetto di regolamentazione includeranno dispositivi elettronici, tessili, mobili, materie plastiche, prodotti chimici e materiali da costruzione, tutti settori ad alto impatto ambientale.

Nel frattempo, la Commissione Europea sta coordinando attività di consultazione tecnica, test pilota, e sviluppo di infrastrutture digitali per la raccolta dati e l’implementazione dei passaporti digitali. I produttori, gli importatori e i distributori sono invitati ad attivarsi in anticipo, anticipando le richieste normative e strutturando internamente un sistema di product compliance sostenibile.

Verso un’economia realmente circolare

L’Ecodesign for Sustainable Products Regulation rappresenta una svolta fondamentale nella strategia europea per l’economia circolare. Non si limita a ridurre gli impatti ambientali dei singoli prodotti, ma agisce a monte, influenzando le logiche produttive, la domanda dei consumatori e le scelte delle catene globali del valore.

Attraverso l’ESPR, l’Europa intende superare il concetto di sostenibilità come atto volontario o marketing green, e trasformarlo in requisito progettuale e commerciale. In questa prospettiva, il design sostenibile diventa il punto di partenza per una nuova generazione di prodotti capaci di coniugare funzionalità, estetica, durabilità e responsabilità ambientale.

L’eco-progettazione smette così di essere una nicchia per aziende pionieristiche e diventa un obbligo sistemico per tutti gli attori del mercato. Con l’ESPR, l’Unione Europea si prepara a costruire un mercato interno resiliente, competitivo e climaticamente neutro, dove i prodotti del futuro dovranno rispondere non solo alle esigenze del consumatore, ma anche ai limiti del pianeta.

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