Microplastiche – Microplastics
Le microplastiche sono frammenti di plastica inferiori ai 5 millimetri, derivanti dalla degradazione di rifiuti plastici più grandi o da prodotti industriali come cosmetici e tessuti sintetici. Presenti negli oceani, nei suoli e persino nell’acqua potabile, rappresentano una minaccia per la biodiversità e la salute umana. Non si degradano facilmente e possono accumularsi lungo la catena alimentare. Studi recenti ne evidenziano la presenza anche nell’aria e nel corpo umano.
🔗 Approfondimento autorevole: European Chemicals Agency – Microplastics
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Cosa sono le microplastiche
Le microplastiche sono minuscoli frammenti di materiale plastico con dimensioni inferiori ai 5 millimetri. Possono derivare dalla frammentazione di oggetti plastici più grandi – come sacchetti, bottiglie, reti da pesca – oppure essere prodotte intenzionalmente a dimensioni microscopiche per usi specifici, ad esempio nei cosmetici, nei detergenti industriali o nei fertilizzanti. Esistono due categorie principali: le microplastiche primarie, prodotte già in forma microscopica, e le microplastiche secondarie, generate dal degrado di rifiuti plastici attraverso l’azione di sole, vento, mareggiate e altri agenti ambientali.
Fonti di origine delle microplastiche
Cosmetici e prodotti per la cura del corpo
Fino a pochi anni fa, molte formulazioni cosmetiche contenevano microperle di plastica impiegate per l’effetto esfoliante o abrasivo. Queste particelle, troppo piccole per essere trattenute dai sistemi di filtrazione delle acque reflue, raggiungevano direttamente i fiumi e gli oceani. Molti paesi hanno oggi vietato o limitato l’uso di queste sostanze, ma i prodotti residui restano in circolazione.
Tessuti sintetici
Un’altra fonte significativa è rappresentata dal lavaggio di tessuti sintetici, come poliestere, nylon e acrilico. Durante ogni ciclo di lavatrice, migliaia di microfibre si staccano dai capi e finiscono nelle acque reflue. Anche in questo caso, le microfibre possono superare i filtri degli impianti di depurazione, finendo in fiumi, laghi e mari.
Pneumatici e abrasione stradale
Durante l’uso, gli pneumatici rilasciano micro particelle di gomma contenenti plastificanti e composti chimici, che si accumulano nei suoli o vengono trasportati dalle acque meteoriche nei corsi d’acqua. A queste si sommano le polveri da vernici e segnaletica stradale, che si degradano in microframmenti.
Plastica dispersa nell’ambiente
La plastica abbandonata o mal gestita – bottiglie, imballaggi, stoviglie monouso – si frammenta lentamente per effetto degli agenti atmosferici, generando microplastiche secondarie che persistono per decenni.
Dove si trovano oggi le microplastiche
Oceani e ambienti marini
Le microplastiche sono onnipresenti nelle acque marine. Studi internazionali ne hanno rilevato la presenza dal fondo degli abissi fino alle coste più remote, passando per la fauna marina. Pesci, molluschi, crostacei e uccelli marini ingeriscono regolarmente questi frammenti, scambiandoli per cibo.
Suolo e acque dolci
Contrariamente all’immaginario comune, le microplastiche non sono solo un problema marino. Sono state rinvenute anche in fiumi, laghi, terreni agricoli (a causa di fanghi di depurazione e fertilizzanti), e nei campi irrigati con acqua contaminata. Anche le acque sotterranee sono oggi oggetto di studio per valutare la presenza di contaminazioni plastiche.
Atmosfera
In tempi recenti, le microplastiche sono state rilevate anche nell’aria. Si stima che ogni giorno ne respiriamo una quantità significativa, trasportata da venti, polveri e precipitazioni. Le fonti includono anche l’abrasione degli pneumatici, il deterioramento di vernici e l’usura di oggetti plastici in ambienti urbani.
Corpo umano
Studi scientifici condotti negli ultimi anni hanno dimostrato la presenza di microplastiche nel sangue umano, nei polmoni e persino nella placenta. Anche se gli effetti sulla salute a lungo termine non sono ancora del tutto chiari, è noto che queste particelle possono trasportare contaminanti chimici, metalli pesanti e agenti patogeni, con potenziali rischi per il sistema immunitario e ormonale.
Impatti ambientali e sanitari
Biodiversità
Le microplastiche alterano l’equilibrio degli ecosistemi. Quando vengono ingerite dagli animali marini o terrestri, possono occludere l’apparato digerente, ridurre l’assorbimento di nutrienti e compromettere la riproduzione. L’accumulo lungo la catena alimentare porta anche alla bioamplificazione di sostanze tossiche, che possono arrivare fino all’uomo.
Salute umana
Le conseguenze per la salute umana sono ancora oggetto di studio, ma i ricercatori sollevano preoccupazioni crescenti. Le microplastiche possono veicolare sostanze tossiche come ftalati, bisfenolo A, pesticidi e residui di solventi, molti dei quali noti come interferenti endocrini o cancerogeni. Inoltre, l’inalazione o l’assorbimento attraverso il cibo potrebbe influenzare processi infiammatori, metabolici e immunitari.
Sfide normative e soluzioni
Regolamentazione europea
L’Unione Europea, attraverso l’European Chemicals Agency (ECHA), sta sviluppando regolamenti sempre più stringenti per limitare l’immissione volontaria di microplastiche nei prodotti industriali. Una delle proposte più discusse riguarda il divieto di utilizzo di microplastiche nei cosmetici, nei detergenti e nei prodotti agricoli, con un percorso di transizione per permettere alle aziende di adeguarsi.
Ricerca e innovazione
Numerosi centri di ricerca stanno lavorando su:
- tecnologie di filtrazione avanzate per bloccare le microfibre nei lavaggi
- tessuti alternativi biodegradabili
- biodegradabilità controllata dei polimeri
- soluzioni di economia circolare per ridurre la produzione di plastica e promuovere il riciclo
Ruolo dei consumatori
Ogni cittadino può contribuire alla riduzione delle microplastiche con scelte consapevoli:
- preferire tessuti naturali come cotone o lino
- evitare cosmetici con microgranuli plastici
- ridurre il consumo di plastica monouso
- adottare filtri anti-microfibra per lavatrici